In nome di una proficua alleanza tra scienza e storia dell’arte

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Una cosa è il pensare e il fare, ben altra è l’esclusiva umana della  riflessione su tali azioni nelle quali si esaurisce la vita.

Ma, fatalmente, l’utilizzo del sostantivo “riflessione” è già il sintomo della presenza scomoda e problematica nell’uomo di una mente-specchio capace d’immaginarsi, indagarsi, spesso innamorandosi di sé, come Narciso della propria virtuale effige.

"Sistema chemiosensoriale distribuito" interpretazione artistica di Gianni Brusamolino

“Sistema chemiosensoriale distribuito” interpretazione artistica di Gianni Brusamolino

La moderna epistemologia si può ormai avvalere anche degli strumenti di imaging al servizio delle neuroscienze, nel tentativo di individuare le prove dell’ontologia della mente. Ma anche l’attività dei neuroni non sembra saper fare altro che mostrare univocamente i suoi aspetti fenomenologici.

Il primo a gettare la spugna nei confronti della ricerca ermeneutica fu il filosofo nordamericano Richard Rorty (che nell’europea culla della cultura non può certo vantare seguaci).

Vi sono oggi, invece, correnti di pensiero che orientano la ricerca sulla mente (avvalendosi degli studi delle dinamiche fenomenologiche e neurofisiologiche) verso la possibilità di reperire una “fisica situata della coscienza”, e che continuano ad avvalersi proficuamente della ricerca di Bacone, Spinoza, Dewey, Dilthey,  Hegel, Jaspers, Jung, Bergson, Heidegger, Husserl, Gadamer, Lakatos, Feyerabend, Whitehead, Arnheim, solo per citare alcuni autori.

Infatti i sostantivi “arte” (techné areté) ed “estetica” (àisthesis – “sensazione”) hanno radici etimologiche tanto distanti, quanto paradossalmente i loro significati nell’uso corrente quasi si sovrappongono, essendo i due termini uno la metonimia dell’altro; e le neuroscienze potranno forse arrivare perfino a indicarci l’ubi consistam (almeno quello neurofisiologico), del “bello assoluto”, liquidando una volta per tutte le disquisizioni sull’opportunità di realizzare grandi opere fondate sul concetto del “bello soggettivo”.

La scienza e la filosofia della scienza che indagano le dinamiche fisiologiche e fenomenologiche inerenti all’arte offrono quindi, oggi, con la propria ricerca, importanti strumenti d’indagine, ma anche elementi interpretativi nuovi, da mettere a disposizione della storia dell’arte.

In questa sezione riservata all’attualità gli argomenti verranno quindi  trattati con un respiro scientifico-filosofico, che volentieri si pone al servizio della storia dell’arte, anche con la certezza di poter trarre da essa profitto per la propria indagine.