Da Galileo al Precinema

a cura della redazione

Al centro: Galileo – Vetro da proiezione con la Lanterna Magica, fotografia su vetro colorata a mano, Inghilterra, 1870 ca.

Al centro: Galileo – Vetro da proiezione con la Lanterna Magica, fotografia su vetro colorata a mano, Inghilterra, 1870 ca.

Parlando di Galileo associazione mentale immediata è il cannocchiale. Quindi impossibile resistere ad andare a curiosare tra i prodotti tecnologici realizzati dai formidabili artigiani dell’ottica rinascimentale. La loro costruzione fu possibile grazie allo sfruttamento di fenomeni ottici, oggi considerati tra i più semplici e immediati, ma che restano, e sempre resteranno, di inesorabile fondamentale importanza, come, ovviamente, ogni aspetto delle scienze fisiche: strumenti, che, inventati e continuamente perfezionati dal ‘600 in poi, si sono evoluti seguendo il passo del progresso tecnologico, pur sempre basandosi sui principi fisici originari.

Se dalle fonti disponibili risulta che nell’antichità le proprietà del foro stenopeico siano state osservate dapprima in Cina da Mo-ti, e, un secolo più tardi, in Occidente, da Aristotele, il cambiamento che ne segna lo sfruttamento significativo avviene a partire dalla sua evoluzione in obbiettivo dotato di lenti. Ma l’applicazione inversa a quella che ne fecero gli artisti (dall’occhio artificiale di Leonardo in sedia-lavater1-199x300poi), e gli astronomi (col cannocchiale, da Galileo in poi), secondo la testimonianza reperibile nel trattato Ars Magna Lucis et Umbrae di Athanasius Kircher, risulta iniziare intorno al 1650 con le prime “lanterne magiche”, l’invenzione delle quali è di attribuzione incerta, se non ignota.

È certo, invece, che le lanterne magiche, le quali tanta reminiscenza sollecitarono nell’immaginario collettivo ludico e fiabesco delle generazioni della prima metà del Novecento, furono inizialmente (e per molti decenni) unicamente strumenti di lavoro utilissimi allo studio e alla trasmissione del sapere scientifico. Riportiamo qui (per cortesia del Museo del Precinema di Padova) alcune riproduzioni di vetrini della splendida collezione Minici Zotti, che si possono ammirare (accanto a una quantità incredibile di strumenti e pezzi museali di elevatissimo interesse storico) presso l’antico palazzo Angeli situato in Prato della Valle, che ospita il museo medesimo.

E non poteva esser scelta sede maggiormente ideale per il museo del Precinema, in quanto fu in quelle stesse sale che il Canaletto utilizzò la sua famosa camera ottica, per comporre gli schizzi del quaderno Cagnola, la raccolta più importante dei suoi disegni realizzati con l’ausilio della “macchina ottica”, mediante cui il celebre vedutista veneziano rappresentò l’assetto prospettico completo del Prato. Tale evento storico viene celebrato, fino al 15 gennaio 2017, dalla mostra Imago oculi, adiacente ai locali del museo del Precinema.

Didascalie:

Figura 1: Galilée devant le saint Office au Vatican , 1847, huile sur toile, 196,5 x 308 cm, RF567. Parigi, museo del Louvre

Figura 2: La Terra che gira attorno al Sole, Vetro a rotazione, pittura su Vetro, Inghilterra, 1870 ca.

Figure 3 e 4: Vetro da proiezione con Lanterna Magica a soggetto astronomico, Pittura su vetro, Inghilterra, 1870 ca.