I ritratti emotivi della De Donà parlano al cuore delle Dolomiti

Riccardo Panigada

Vive e lavora a Belluno, Monica De Donà, è laureata in giurisprudenza, ma, fin da
piccola appassionata al disegno, decide in età adulta di seguire alcuni corsi per
migliorare la propria tecnica, fino ad arrivare a riconoscere in Michele Tison il suo
maestro.

Per alcuni anni rischia di abbandonare la produzione artistica, ma riprende cinque anni fa a dipingere in modo appassionato, dedicandosi prevalentemente al ritratto femminile. Sono immagini nelle quali la De Donà inquisisce una sua ricerca interiore, che, evocata dalle peculiarità espressive dei volti e del risus, l’Autrice arriva a trasferire sulla tela, colmando gli occhi dei suoi ritratti muliebri di una luce straordinariamente intensa e foriera di messaggi metafisici captati dalla Psiche. Figure atemporali in sospeso tra ontologia e fenomenologia, prerogativa lirica assoluta.

Malinconie di fondo, dalle quali affiorano gli stati dell’anima di fronte
all’inesorabile destino dell’impossibilità esaustiva della ricerca spirituale, che pur vivono di una voce che fluisce spontaneamente nel pensiero dell’Artista, la quale non può fare a meno di esprimere anche in versi la sintesi della propria urgenza creativa:

“E se nell’incertezza dell’esistere
Ritrovassi un giorno la vera natura dell’essere
L’anima si farebbe tempio
Nella luce dello Spirito”

Vi è quindi, in Monica De Donà, un intento di ricerca psicanalitica di connessioni possibili, che, al contempo intuitive e razionali, possano catalizzare nel precario contatto con l’inconscio, la simbiosi rivelatrice della poietica, che solo l’arte figurativa in sinestesia lirica può far assurgere a un’epifania tanto efficace.

Prossima mostra dell’autrice: Galleria Rizet, ad Arsiè di Ponte nelle Alpi dal 24 giugno al 9 luglio, inaugurazione 24 giugno ore 18