Nato a Pavia nel 1958, dopo il liceo classico si forma in ambito accademico nel campo delle scienze biologiche e della filosofia con indirizzo epistemologico.
Terminati gli studi universitari, contemporaneamente a un periodo di collaborazione con Vincenzo Tagliasco, ordinario di Bioingegneria, nonché direttore del Dipartimento di Informatica sistemistica e telematica della facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova (scomparso nel 2008), a partire dall’87, compone molti articoli esclusivi su argomenti inediti riguardanti l’attualità della ricerca scientifica per la pagina della Tecnologia de “Il Sole 24 Ore” , “Il Corriere Medico”, “Media 2000”, e altre testate a orientamento scientifico.
Passa, quindi, da giornalista professionista, alla comunicazione scientifica e divulgativa.
Oggi, con una posizione decisamente critica nei confronti degli spazi e delle modalità riservate in Italia dagli organi di informazione alla comunicazione scientifica, mantenendo una stretta relazione con brillanti personalità della ricerca, tra i quali l’anatomista Andrea Sbarbati, organizza convegni e dirige strumenti editoriali propri.
Con Marco Marinacci ha da poco pubblicato il libro “Il percorso dei sensi e la storia dell’arte – Le neuroscienze nella produzione artistica”.
Nato a Milano nel 1977, è oggi architetto e storico dell’arte, e insegna Storia dell’arte moderna e contemporanea presso il Politecnico di Milano.
Allievo di Flavio Caroli, ne prosegue l’indirizzo epistemico all’interno della disciplina storico artistica, impostando la ricerca su una rilettura ermeneutica dell’opera d’arte.
Se la linea critica del maestro presenta lo studio della Fisiognomica come strumento d’indagine ineludibile per delineare il percorso storico dell’arte occidentale, e s’impone oggi con assoluta evidenza come fondativa ricerca dei primari della disciplina storico-artistica, quella di Marinacci ne persegue alcuni elementi critici nodali, attraverso una lettura che intende rivolgere sempre il messaggio storico-artistico al presente.
Inoltre la linea critica di Marinacci, che viene formalizzata già nel percorso di tesi (2003-2006), proseguendo in chiave ermeneutica la ricerca dedicata dal maestro alla rappresentazione delle profondità dell’animo umano, rivolge anche all’ambiente e ai luoghi coi quali l’opera d’arte si confronta la medesima attenzione, orientata particolarmente a quella che viene definita, con termini però a volte piuttosto riduttivi, “arte ambientale”.
Attualmente l’interesse di Marinacci si rivolge, oltre alla ricerca storico-artistica in ambito accademico e al trasferimento della conoscenza maturata ai discenti, che resta parte primaria e integrante del percorso ermeneutico, anche al campo editoriale, grazie al quale ha potuto presentare a una più ampia platea la propria linea critica, attraverso saggi di apprezzato valore scientifico (Il Giornale dell’Arte), tra cui si ricordano “Giotto e il ciclo dell’anima” (2010) e “Raffaello e la Biblioteca del Papa” (2011).
Al di fuori dell’ambito più marcatamente scientifico della ricerca storico-artistica, è ideatore e curatore di conferenze, e promuove iniziative culturali di vario genere (performances, mostre collettive e tematiche, letture pubbliche) sui temi dell’arte.
E’ inoltre consulente di istituzioni operanti nella valorizzazione del patrimonio culturale, e, al fianco di Flavio Caroli, si è occupato della direzione scientifica e dell’allestimento di mostre d’arte.
Viene oggi segnalato come uno degli storici più promettenti della sua generazione (Il Giornale dell’Arte 2012, 2013; Festival delle Generazioni 2012).
Nato a Milano nel 1988, si laurea in Discipline economiche e sociali all'Università Bocconi, specializzandosi poi in Economia delle organizzazioni e istituzioni culturali. Coltiva nel contempo gli studi classici, con particolare attenzione a quelli musicali, iniziando l'attività di critico musicale per la scena milanese, e fondando il webmagazine Il Trillo Parlante. All’interno della rivista TEMPOEARTE è coordinatore di redazione e mkt.